Tra Musica e Natura
Riprodurre in musica i suoni legati alla natura, ha affascinato compositori di tutte le epoche e il programma con la Filarmonica Arturo Toscanini e il suo direttore principale Enrico Onofri, del 10 e 11 febbraio ore 20.30 e ore 18 all’Auditorium Paganini offre, in apertura e chiusura, due delle composizioni più emblematiche che ruotano attorno al tema: il Concerto detto Il Gardellino per flauto e orchestra di Antonio Vivaldi e la Sinfonia n.6 Pastorale di Beethoven. Tuttavia, se Vivaldi mira ad imitare gli animali ed i suoni dell’ambiente – nel flauto infatti possiamo riconoscere il trillante cardellino – Beethoven, in antitesi rispetto al Prete Rosso, rievocando la vita campestre vuole suscitare emozioni e sensazioni. Lo si evince anche dalla annotazione che apportò nella parte del primo violino: “più un’espressione di sentimento che una rappresentazione pittorica.”
Ma sono anche altri i punti d’interesse di questo concerto nell’ambito di Fenomeni in cui cooprotagonista è il solista al flauto dolce Stefan Temmingh definito “un rivoluzionario dello strumento”. Nato in Sud Africa da una famiglia di origine olandese, è uno specialista di musica antica che ha eseguito con le principali orchestre nelle più prestigiose sale da concerto, ma anche un appassionato dalle composizioni di oggi. Pertanto, spazia dalla musica vecchia a quella nuova, suona regolarmente concerti barocchi e anteprime mondiali di concerti di flauto dolce contemporaneo, alcuni dei quali egli stesso commissiona ai compositori. Professore presso l’Università della musica di Friburgo, dal 2001 è impegnato nell’interazione interculturale della musica tradizionale nera africana e classica europea.
Il concerto quanto mai variegato in fatto di differenziazioni temporali per quanto riguarda il programma, infatti tra il barocco Vivaldi e il classico – romantico Beethoven vengono eseguite, in prima italiana, due composizioni di oggi che si caratterizzano per la forte valenza comunicativa: l’evocativo e coloratissimo Concerto scritto nel 2012 dal compatriota di Temmingh: Hendrik Hofmeyr (formatosi in Italia dove si era rifugiato come obiettore di coscienza) e Ausser Atem (1995) del tedesco Moritz Eggert in cui Temmingh si esibisce da solo con tre flauti dolci. Il titolo, “senza respiro”, nasce dalla suggestione voluta dal compositore che cerca di sfruttare appieno la tecnica di suonare due flauti contemporaneamente per cui il volume respiratorio dell’esecutore è teso al massimo. “La ricerca dell’intensità nei miei pezzi solisti sta diventando sempre più importante come una sorta di controparte ai suoni computerizzati che non soddisfano sotto questo aspetto.”
In concomitanza del concerto di sabato 11 febbraio è attivo il servizio pe le famiglie Nidi di Musica che coinvolge i piccoli con un’attività ludico-ricreativa, mentre i grandi sono al concerto. Questa volta sarà a cura di Comelasfoglia studios che coinvolgerà i bambini con To play music: laboratorio di gaming con divertenti giochi da tavolo selezionati a partire dal tema della fauna e della natura su cui si basa Il Gardellino di Vivaldi, con momenti dedicati all’ascolto di questo brano che apre il concerto.
Su Temmingh / Eggert
Guidato da estro e precisione tecnica e suono potente, Stefan Temmingh viene stato definito “un rivoluzionario dello strumento”, in ogni caso oggi flautista sudafricano è interprete del celebre Concerto Il Gardellino di Vivaldi e di due prime italiane: l’evocativo Concerto scritto nel 2012 dal compatriota Hendrik Hofmeyr (formatosi in Italia dove si era rifugiato come obiettore di coscienza) e Ausser Atem del tedesco Moritz Eggert per tre flauti dolci: il titolo, “senza respiro”, nasce dalla suggestione voluta dal compositore che cerca di sfruttare appieno la tecnica di suonare due flauti contemporaneamente per cui il volume respiratorio dell’esecutore è teso al massimo. “La ricerca dell’intensità nei miei pezzi solisti sta diventando sempre più importante come una sorta di controparte ai suoni computerizzati, che non soddisfano sotto questo aspetto.”
Come compositore, a Eggert piace soddisfare molteplici impulsi; la sua musica è provocatoria e stimolante, esilarante e stimolante. Per lui, la melodia e l’emotività non sono in contrasto con le idee sonore sperimentali o performative. Fedele alla sua massima che “ci deve essere spazio nella musica per tutto ciò che occupa spazio nella vita reale”, attinge da un’ampia gamma di forme di espressione musicale e presta costantemente la sua vasta esperienza come pianista, esecutore, direttore d’orchestra e cantante a un senso della musica che descrive come “atopico” o “straordinario”. Come noto blogger (“Bad Blog of Musick”) e autore, si impegna a coltivare un ruolo più attivo per la musica contemporanea nella coscienza pubblica.
La musica di Eggert è provocatoria, stimolante, esilarante e stimolante. Per lui, la melodia e l’emotività non sono in contrasto con le idee sonore sperimentali o performative. Fedele alla sua massima che “ci deve essere spazio nella musica per tutto ciò che occupa spazio nella vita reale.
Linee guida per un ascolto in stato di ebbrezza
È bene andare sempre oltre il muro delle apparenze per non rimanere attaccati a un qualsiasi cartello dove ci sia scritto pastorale. Ribadiamo che l’unica pastorale è quella di Beethoven e il paesaggio rurale, come spettacolo della natura, è la chiave della sinfonia. Questa non è la sede per capire se si tratti di un paesaggio regolato da una progettazione sostenibile sul territorio, o simili questioni, anche perché la musica non descrive, ma deve esprimere dei sentimenti. Se non riuscite a togliere tali pensieri, procuratevi un’asta in fibra di carbonio prendete la rincorsa verso il cielo per poi planare nel mezzo della Riunione di contadini in Festa: un bellissimo Allegro, sostenuto dagli archi baldanzosi, pifferi e dalla cornamusa. Servirà come distrazione. Sono ad informarvi, però, che sul più bello scoppierà il Temporale… tuttavia, la musica di Beethoven vi aiuterà a far fronte all’imprevisto… pazientate: prima della fine è previsto il ritorno alla calma!