I due compositori russi Aleksandr Scrjabin e Sergej Rachmaninov insieme nel recital dell’eccezionale pianista coreano

Jae Hong Park questa sera (martedì 4 giugno) alle 21.00 al CPM -Sala Gavazzeni in apertura del Festival Toscanini

Nati a un anno di distanza Aleksandr Scrjabin e Sergej Rachmaninov, furono studenti insieme, furono entrambi formidabili pianisti ed entrambi diventarono i personaggi più importanti della musica russa nel ventennio che precedette lo scoppio della Prima guerra mondiale. Scrjabin muore a Mosca il 27 aprile 1915, mentre Rachmaninov il 28 marzo 1943, a un emisfero, quasi, di distanza, e precisamente a Beverly Hills, in California. Scrjabin fu uomo focoso, mercuriale, aperto al misticismo muta stile nel corso della sua vita mentre Rachmaninov dopo che scrisse il Concerto per piano in do minore nel 1901 e non si allontana mai da quello stile molto da subito molto apprezzato dal pubblico. I due compositori in un programma ad alta concentrazione di difficoltà tecnico- interpretativa – li mette insieme in un recital l’eccezionale pianista coreano Jae Hong Park – che questa sera (martedì 4 giugno) alle 21 al CPM – Sala Gavazzeni inaugura il Festival Toscanini 2024. Celebrato per il suo accattivante virtuosismo e la sua straordinaria presenza scenica, Park si è affermato sulla scena internazionale dopo il suo trionfo al Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni nel 2021, dove ha vinto non solo il primo premio ma anche quattro premi speciali. Inoltre, è vincitore del Gina Bachauer Youth Piano Competition, del Cleveland Youth Piano Competition, del Premio Arthur Rubinstein Piano Masters Competition, del Concorso di Ettlingen, del Hilton Head Piano Competition.

Di Scrjabin Park esegue i 24 Preludi op. 11 e la Fantasia in si minore op.28. Composti nel 1895 a 23 anni durante le sue molte peregrinazioni artistiche nelle città europee ultimandoli a Mosca, i Preludi op.11 sono l’opera pianistica più famosa di Scrjabin che in quegli anni guardava con passione e fervore all’opera di Chopin colpito dalla sua inesauribile ispirazione e desideroso di misurarsi lui stesso con la propria creatività con un’opera articolata. Creata nel 1900, la Fantasia op. 28 con le sue proiezioni spaziali ultraterrene, riprende lo stesso principio dei Preludi: anche qui il dramma si alterna al lirismo ma all’interno di una forma espansa. Eccitazione, calma, rinnovata eccitazione, per un’incredibile altalena di stati emotivi percorre questo pezzo a proposito del quale si racconta che l’autore si fosse dimenticato della esistenza.

A seguire, Park esegue di Rachmaninov, la Sonata n.1 composta nel 1906 che si caratterizza per la sua ambientazione faustiana. A questo proposito, al pianista che l’ha diretta per la prima volta Kostantin Igumnov, Rachmaninov dice che il primo movimento è un ritratto di Faust, il secondo di Gretchen e il terzo di Mefistofele, con una raffigurazione del sabba delle streghe. La musica è coerente in quanto il primo movimento, fedele al personaggio di Faust, è pieno di angoscia e di “domande maledette”; il Lento centrale presenta un incantevole intreccio di voci che produce una trama melodica mentre l’atmosfera pastorale, mentre il Finale inizia tempestosamente e sfocia in un’inquietante marcia poi i contorni melodici ricordano la famosa frase di apertura del Dies irae, il simbolo per eccellenza della morte nella musica dei romantici.