L’amatissima Sinfonia schubertiana “Incompiuta” e il Concerto n.4 per pianoforte di Beethoven e una prima assoluta di Daniela Terranova nel terzo appuntamento della Stagione concertistica con Enrico Onofri che dirige la Filarmonica Arturo Toscanini con Marie-Ange Nguci al pianoforte

Sabato 30 novembre 2024, Teatro Regio di Parma, ore 20.30

Con un pezzo in prima assoluta della compositrice in residence Daniela Terranova insieme a due tra le pagine sinfoniche più misteriose ed amate del repertorio, la Sinfonia n.8 Incompiuta di Schubert e il Concerto n.4 di Beethoven, ritorna sul podio della Filarmonica Toscanini Enrico Onofri già direttore principale. Con lui, sabato 30 novembre ore 20.30 al Teatro Regio di Parma ci sarà la pianista franco-albanese MarieAnge Nguci interprete già molto apprezzata per le sue interpretazioni profonde ed espressive.  Da sempre si dice che Schubert guarda a Beethoven, ma possiamo dire, con una punta di paradosso, che proprio ascoltando questi due pezzi, anche Beethoven guarda a Schubert: nel senso che attinge a una sfera della sensibilità che poi sarà detta ‘schubertiana’ dallo stesso Beethoven. Per quanto riguarda l’Incompiuta i due movimenti si fronteggiano: il primo Allegro moderato è cupa, con un tema nell’insolita tonalità di Si minore. Le parti drammatiche consentono a Schubert di esplorare luce e oscurità, gravità e giocosità; invece, nel secondo movimento con un tempo leggermente più lento, una tonalità maggiore brillante dentro alla quale si insinua una trama di stupefacente delicatezza. Chissà cosa sarebbe potuto accadere, viene da chiedersi, se avesse completato l’opera come aveva inizialmente immaginato?

Il Concerto n. 4 presenta tante novità per l’epoca a partire dall’apertura, insolita per l’epoca: il pianoforte inizia da solo, suonando una semplice melodia in accordi, ma in modo dolce e colloquiale. Fu eseguito solo due volte durante la vita di Beethoven e da quando Mendelssohn lo riprese nel 1836 iniziò a ricevere giustificati consensi.  In apertura di serata una composizione commissionata da La Toscanini a Daniela Terranova: A Breath of Blue, A Veil of Ash: un lavoro ispirato alla poesia di Emily Dickinson, A slash of Blue, in cui la poetessa cattura il paesaggio del cielo al crepuscolo e all’alba in pochi tratti di colore essenziali e vibranti, dipingendolo come una sequenza di colori e che emergono per poi dissolversi e scomparire. La Terranova ha voluto tradurre quei versi senza ricorrere a immagini figurative, ma creando texture sonore che variano in densità e consistenza, come nuvole in costante trasformazione.

«Ho voluto tradurre quei versi senza ricorrere a immagini figurative, ma creando texture sonore che variano in densità e consistenza, come nuvole in costante trasformazione – spiega Daniela Terranova del suo pezzo-. Il titolo stesso evoca colore e movimento: il “respiro di blu” allude all’apertura e alla vastità, mentre il “velo di cenere” suggerisce una sfumatura di mistero, come un cielo che si addensa o si dissolve. L’orchestra si presenta come un insieme di texture che oscillano tra rarefazione e densità: a tratti il suono si distende, mentre in altri momenti le sonorità si accumulano, acquisendo nuove profondità e spessori.

I suoni si espandono e si contraggono come respiri, intessendo una trama sonora che avvolge una dimensione interiore profonda, sfuggente e mutevole, capace di evocare una sottile inquietudine.»