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laT Magazine 2022 / 2023 – numero 03
Cari lettori e Amici della Toscanini,
insieme a Omer Meir Wellber che dirige la Filarmonica il 4 maggio, concludiamo il cartellone 2022/2023 de La Toscanini. Ma ancora con Wellber, a distanza di un mese, il 5 giugno, festeggeremo l’inizio del Festival Toscanini 2023: al Teatro Regio, in anteprima per il nostro pubblico, presenteremo gran parte del doppio programma che vedrà protagonista la Filarmonica l’8 e 9 giugno al prestigioso Dresdner Musikfestspiele.
La conclusione di Stagione racchiude quindi un nuovo inizio, ma suggerisce anche percorsi che, dalla musica, ci portano lontano. Nel nome di Bach, che ispira la prima parte del programma, ascolteremo una nuova pagina della compositrice in residenza Aziza Sadikova, che con sua Chaconne fa rivivere attraverso la sensibilità del nostro tempo il contrappunto del Kantor di Lipsia, possibile modello di comunità ideale. La musica è un’arte insuperabile anche per questo – sosteneva Edward Said –: i suoi meccanismi ci possono aiutare a capire e quindi a favorire la convivenza, perché sia più tollerante e rispettosa.
Ripartendo ancora una volta da Arturo Toscanini pioniere della democrazia e dei diritti umani, questo numero de laTmagazine propone una riflessione sulla musica e la disumanità dei campi di sterminio e, per contro, su come la musica intesa come strumento a servizio della comunità possa generare coesione e integrazione sociale, principio base del nuovo progetto Breaking Bach – dedicato alle ragazze e ai ragazzi dai 14 ai 18 anni – e delle Settimane Community Music di Primavera. Sullo sfondo, l’intensa attività della Filarmonica e dei suoi gruppi cameristici tra produzioni liriche, Concerti con la Gazzetta, Salotto Toscanini e concerti per il territorio.
Nel prossimo mese di giugno il CdA in carica e il sottoscritto avranno completato il proprio mandato. Molto lavoro è stato fatto in questi anni, pesantemente influenzati dalla drammatica crisi pandemica, e oggi desideriamo condividere con il nostro pubblico e con tutti coloro che sostengono La Toscanini la grande soddisfazione per i risultati raggiunti, ben rappresentati dai dati di bilancio recentemente approvati. La Fondazione, chiudendo in attivo l’ennesimo conto economico, ha consolidato il proprio patrimonio e moltiplicato i ricavi (biglietteria, vendita diretta, sponsorizzazioni ed erogazioni liberali), superando i risultati pre-Covid con oltre 8,2 milioni di euro di valore della produzione, il livello più alto di sempre.
Questi risultati, uniti al rafforzato rapporto con la città di Parma, la Regione Emilia-Romagna e le istituzioni che ne contraddistinguono la vita culturale e artistica, rappresentano oggi il prezioso punto di partenza per i progetti e le azioni strategiche dei prossimi anni.
Buona lettura!
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico
Fondazione Arturo Toscanini
laT Magazine 2022 / 2023 – numero 02
Il primo trimestre del nuovo anno sarà particolarmente significativo per la nostra attività, a partire dalle riprese di due produzioni d’opera di successo nei teatri dell’Emilia-Romagna – il Don Giovanni di Mozart nello storico allestimento di Mario Martone e il Pelléas et Mélisande di Debussy secondo Barbe&Doucet, già acclamato da pubblico e critica – e un grande concerto sinfonico al Teatro Regio di Parma: straordinario per programma e artisti ospiti, ma soprattutto perché segna la prima occasione di collaborazione tra La Toscanini, la Società dei Concerti di Parma e il Regio stesso, che apre nuove possibili strade nella programmazione culturale cittadina.
Tra i grandi solisti che incontreremo in questo periodo meritano una particolare attenzione il violinista Valeriy Sokolov, interprete di caratura internazionale e artista in residenza per la Stagione 2022/2023 della Filarmonica, il pianista Ivo Pogorelich, figura leggendaria del panorama concertistico, protagonista di un doppio appuntamento tra musica da camera e sinfonica, e il “fenomeno” Stefan Temmingh, virtuoso del flauto dritto a proprio agio tanto nel repertorio barocco quanto in quello contemporaneo.
Al centro dei nostri programmi l’omaggio a Sergej Rachmaninov a 150 anni dalla nascita (con le Danze Sinfoniche e il celeberrimo Secondo Concerto per pianoforte), la prima esecuzione a Parma dei lieder da Des Knaben Wunderhorn di Gustav Mahler, la prosecuzione dell’integrale beethoveniana interpretata da Enrico Onofri con la Sinfonia “Pastorale”, e ancora la musica d’oggi, a partire dai nuovi brani composti su commissione de La Toscanini da Aziza Sadikova, compositrice uzbeka che lavorerà a Parma nell’ultima parte della Stagione nell’ambito della propria residenza artistica, e da Medusa, il Concerto per fagotto e orchestra di Marco Tutino, tra i più eseguiti compositori italiani di oggi.
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico
Fondazione Arturo Toscanini
laT Magazine 2022 / 2023 – numero 01
«Il mio auspicio è che le storie e le prospettive condivise in queste pagine possano trasmettere la motivazione e l’entusiasmo che ci animano in questo nuovo avvio Stagione, la prima – finalmente – a segnare un pieno ritorno alla normalità dopo la pandemia.».
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico
Fondazione Arturo Toscanini
La T Magazine / Numero Speciale Festival Toscanini – I Edizione
«Si inaugura il 5 giugno la prima edizione del Festival Toscanini, che presenta finalmente lo spirito e il profilo completo del progetto, dopo l’edizione zero, necessariamente limitata, dello scorso anno. Si tratta di un festival musicale incentrato sulla figura e sul ruolo storico oltreché artistico di Arturo Toscanini e abbraccia lo scorcio del XIX secolo e i primi decenni del Novecento. È concepito come dialogo tra espressioni artistiche diverse, in un singolare contrappunto di punti di vista tra musica, arti figurative e applicate, colte in uno straordinario periodo della storia culturale del nostro Paese e del continente europeo».
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico
Fondazione Arturo Toscanini
laT Magazine 2021 / 2022 – numero 04
La musica crea connessioni: con le istituzioni, che stimolano un progetto, con gli interpreti, che restituiscono e arricchiscono i nostri segni, con il pubblico, che si specchia nell’opera, completandola. La connessione con la storia è una costante del mio pensiero musicale e personale ed è stata alla base della mia residenza presso La Toscanini. La nostra identità presente è il ‘precipitato’ della nostra storia: vissuto, attraversato, elaborato, ricordato, motore delle nostre scelte future. Quando scrivo musica racconto non solo la ‘me stessa’ di oggi ma anche quello che sono stata e che ho amato. I vocaboli che utilizzo vengono dalle epoche più distanti tra loro, da quelle attuali o più recenti, a quelle di quattro secoli fa, che hanno una forza che ha oltrepassato il tempo e ci possono parlare ancora, se ricontestualizzati in modo da poter ancora suscitare meraviglia.
Scrivere musica oggi, in un’epoca dal passato così carico di storia, rappresenta una sfida difficile: lo sguardo dei più grandi musicisti si è già posato sugli interrogativi che noi ci poniamo oggi, la musica ha assunto tante forme e significati diversi, la Storia fa sentire il suo peso. Ma questo stesso passato ci permette qualcosa di diverso da tutte le epoche precedenti: la meravigliosa apertura dei limiti cronologici e il respiro d’un calendario allargato, fenomeno tutto del nostro tempo. È come se la memoria storica si fosse improvvisamente potenziata: per noi compositori il passato lontano e il tempo recente si sono in qualche modo avvicinati, possiamo guardare dalla stessa distanza Monteverdi o Berio. “Noi siamo nell’affanno, ma il passo del tempo consideralo un’inezia in ciò che sempre resta. Tutto ciò che incalza sarà presto trascorso; soltanto ciò che indugia è ciò che ci consacra.” Pensando a questi versi di Rainer Maria Rilke è nato Ciò che resta, per orchestra, primo dei tre incontri della mia residenza presso La Toscanini, residenza caratterizzata proprio da una riflessione sul Tempo. Il Tempo che mi appartiene si presenta con il suo forte graffio, con il senso di continua perdita: un demone, Kronos, che divora tutto quello che trova. Ma il suo potere distruttivo non esclude un’altra forza: quella di addolcire le asperità, magari attraverso un percorso doloroso, un’elaborazione dei ricordi, insieme alla consapevolezza che quel potere distruttivo non scalfisce la bellezza e quindi anche la musica.
Nel secondo appuntamento con La Toscanini ho presentato Notturno, nuova commissione per orchestra. Come in altri miei lavori mi rifaccio ad una forma musicale del passato, ma ricontestualizzandola: è un Notturno psicologico, in cui frammenti e vocaboli musicali del passato più lontano e più recente si mescolano in un percorso onirico, conducendo ad un ‘risveglio’ nel finale. Infine il 12 maggio l’ultimo incontro della residenza, questa volta cameristico: È breve il tempo che resta, per quartetto, percussioni e la voce recitante di Elio De Capitani, chiamato a interpretare i testi di Mariangela Gualtieri. Oltre che con i suoni la riflessione sul Tempo avverrà attraverso la poesia. Il compositore è in confronto costante con il Tempo, lo gestisce, lo analizza, lo vive, e soprattutto lo usa per stabilire un dialogo profondo ed efficace con chi ascolta.
Silvia Colasanti
Compositrice in residenza a La Toscanini
per la Stagione 2021/2022
In copertina:
Visione cimatica n°004, Davide Bart. Salvemini – Visual Artist de La Toscanini per la Stagione 2021/2022
Registrazione musicale dall’archivio della Filarmonica Arturo Toscanini
Franz Schubert, Sinfonia. 8 in si minore D. 759 Incompiuta
laT Magazine 2021 / 2022 – numero 03
La pandemia ha provocato una profonda ferita anche al mondo della musica dal vivo e del teatro, primi settori produttivi a chiudere e tra gli ultimi a riaprire. Nell’aprile 2021, dopo la prolungata chiusura delle sale, le attività sono ripartite con il pubblico in presenza, anche se ogni giorno dobbiamo fare i conti con un tessuto sociale disorientato e disgregato, che rischia di allontanarsi pericolosamente dalle occasioni di consumo culturale, non avvertendone più il bisogno con sufficiente consapevolezza. Ciò ha iniziato a colpire anche le fasce che avevano maggiore consuetudine con i luoghi e le occasioni della cultura; si tratta evidentemente di un drammatico rischio sociale, che si somma a quello delle moltitudini che ancora vi restavano del tutto estranee. La fruizione della musica, il bisogno di arte e il consumo di cultura non devono essere considerati accessori o accidentali privilegi del destino riservati a pochi, ma l’espressione basilare di quella consapevolezza che è alla base di ogni convivenza sociale e che deve essere un diritto universale di tutti i cittadini. Con La Toscanini per tutti | La Musica necessaria, anche attraverso questo magazine bimestrale, abbiamo inteso la ferma volontà di moltiplicare le possibilità di fruizione culturale per il più vasto numero possibile di persone, cercando di cogliere i molteplici profili di un pubblico che – oggi più che mai – non può essere soltanto quello dei cosiddetti “appassionati”, e soprattutto di individuare e neutralizzare gli ostacoli che impediscono un più diffuso contatto con le occasioni del servizio culturale. In quest’ottica, al centro dello spirito e delle azioni strategiche de La Toscanini, vi è il vasto e innovativo programma della Community Music, costruito in sintonia con le linee-guida di sviluppo sostenibile, inclusione e integrazione sociale tracciate dall’Agenda 2030. Il programma, che si svilupperà nelle prossime stagioni in misura sempre più evidente e articolata, sarà presentato in anteprima il 25, 26 e 27 marzo e intende porre la musica a servizio della comunità e della società, come elemento necessario, primario e qualificante, pienamente accessibile, in grado di generare buone prassi culturali, frutto di un dialogo virtuoso tra territorio e cittadini, pubblico e privato, con finalità indirizzate a favorire il dialogo, l’inclusione e l’integrazione culturale.
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico
Fondazione Arturo Toscanini
La cover Visione cimatica n°003 di Davide Bart Salvemini, Visual Artist de La Toscanini per la Stagione 2021/2022, nella versione digital è costruita in versione dinamica sulle note di un estratto del IV movimento della Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo” di Antonín Dvořák (registrazione musicale dall’archivio della Filarmonica Arturo Toscanini).
laT Magazine 2021 / 2022 – numero 02
La T Magazine/02 presenta un Toscanini politico: «simbolo musicale della democrazia militante».
Il 27 gennaio è una data particolare, segnata dalla nascita di Mozart e dalla morte di Verdi. Per il mondo è il Giorno della Memoria, che ricorda la liberazione di Auschwitz e ammonisce sui rischi del presente che stiamo attraversando, un presente duro e impietoso, che unisce la preoccupazione pandemica ad una profonda avversione per chi si affaccia ai confini dell’Europa in cerca di un futuro. Di questo occorre avere profonda consapevolezza, non solo per stigmatizzare il ribollire di un fenomeno antico e rinascente ma anche per comprenderne i motivi e i fattori scatenanti, oltre che i meccanismi di diffusione.
In questa consapevolezza, la lezione di Arturo Toscanini conserva tutta la sua attualità. Oggi ricordarne la vita “politica”, di illustre cittadino che non si nascose nell’ombra della sua arte ma che ne fece strumento di libertà, ci permette di esaminare il nostro tempo attraverso la luce di un prisma severo, poco incline ai compromessi con il male e altrettanto schivo ai riconoscimenti personali.
Ed è proprio la parola consapevolezza che ha guidato la costruzione di questo secondo numero de La T Magazine a cui hanno collaborato con i loro scritti: Maurizio Agamennone, Giulia Bassi, Paola Calvetti, Attilio Cantore, Marco Capra, Simone Di Crescenzo, Cristina Ferrari, Marta Godio, Anna Maria Meo, Daniele Palma, Cristina Portolano, Paolo Russo, Antonella Squarcia, Ruben Vernazza.
La cover di Davide Bart Salvemini, nella versione digital è costruita in versione dinamica sulle note di un estratto della Sinfonia n. 41 di Mozart.
laT Magazine 2021 / 2022 – numero 01
I luoghi della cultura e della rappresentazione simbolica – artistica, teatrale e musicale – sono finalmente riaperti senza limitazioni. La disponibilità piena degli spazi teatrali ad accogliere nuovamente il pubblico deve rappresentare un richiamo e una possibilità che è necessario rivolgere davvero a tutti. Le ferite collettive, i traumi della società – ma anche i rischi e i pericoli che puntualmente ne derivano – vanno curati e sanati anche (ma verrebbe da dire: soprattutto) intensificando e amplificando la diffusione e la disponibilità di momenti aggregativi di qualità; quelli offerti dalla produzione artistica, con il loro carico di simbolo, costituiscono l’occasione per ognuno di noi di un’agnizione collettiva, che è passaggio obbligato per la ricostituzione di un tessuto sociale meno sofferente. È anche per questa ragione che abbiamo scelto la parola condivisione per caratterizzare questo primo numero del nuovissimo magazine de La Toscanini, pensato per dar vita a uno spazio di confronto e riflessione, oltre che di informazione. Uno strumento agile e complice, per assicurare un canale di comunicazione tra la stagione – i suoi contenuti, i suoi protagonisti – e il pubblico; per favorire percorsi e punti di visuale, rimandare a luoghi di approfondimento, attraverso un itinerario di porte virtuali, di QR code da vivere come occasioni di “tempo allargato” rispetto ai ritmi sempre più concitati delle nostre giornate. Un tempo, per così dire ‘lirico’, che Mariangela Gualtieri fissa nei bellissimi versi composti appositamente per La Toscanini: con il linguaggio proprio della poesia viene colta anche nel rapporto tra musica e ambiente, tra coscienza creativa e il nostro pianeta, la condizione di necessità dell’espressione musicale. Necessaria quindi non soltanto perché educa alla condivisione ma anche per l’armonia che riflette “l’ordine universale” fuori dal quale ci si smarrisce: è propriamente questo il pathos contemporaneo, che ritroviamo intatto nelle visioni potenti e catartiche di Davide Bart. Salvemini, che ci accompagneranno nei prossimi mesi, e che ci offrono colori nuovi con i quali rileggere percorsi da non dare più per scontati.
Il bisogno di arte, di cultura, di dialogo con la bellezza non vanno considerati accessori o accidentali doni del destino riservati a pochi, ma la modalità basilare di una consapevolezza che deve essere un diritto universale di ogni cittadino. È giusto creare il bisogno di consumo culturale, ma senza trattarlo come un semplice prodotto commerciale. Siamo consapevoli di dover creare le condizioni di una conoscenza diffusa e comprensibile, affinché l’incontro con l’occasione artistica sia avvertito come pratica quotidiana ed estremamente accessibile. Un’ordinarietà niente affatto scontata o banale, ma costitutiva e irrinunciabile, perché mai come oggi abbiamo bisogno di bellezza. È questa la musica necessaria per la quale La Toscanini sente di doversi spendere: “tu esisti musica – su questa terra. Bello questo”.
Alberto Triola
Sovrintendente e Direttore Artistico La Toscanini