I classici Mozart e Beethoven per due immortali capolavori: il Concerto n.21 e la Sinfonia n.7 in programma sabato 5 aprile, ore 20.30 all’Auditorium Paganini con la Filarmonica Toscanini diretta da Josep Vicent e la partecipazione del poliedrico pianista turco Fazil Say

Dopo Arsenii Mun la stagione concertistica della Filarmonica Toscanini propone un altro grande solista al pianoforte: il turco Fazıl Say musicista che da quasi trent’anni incanta il pubblico di tutto il mondo con il suo talento sconfinato e poliedrico, in bilico tra virtuosismo formale e improvvisazione jazzistica.

Definito un “genio” da Le Figaro, si è imposto grazie alla sua eccentrica interpretazione dei classici e alla sua rara sensibilità verso ogni genere. Say sarà il solista nel Concerto in do maggiore n.21 K.467 di Mozart in programma all’Auditorium Paganini sabato 5 aprile alle ore 20.30 con la Filarmonica Toscanini diretta da Josep Vicent che a seguire intepreterà la Sinfonia n.7 in la maggiore di Beethoven.

Un programma classico fatto di brani noti e molto amati a partire dal Concerto di Mozart che fu eseguito per la prima volta il 9 marzo 1785 al Burg Theater di Vienna e quella sera fu un evento musicale e sociale di primo piano molto seguito. Il critico, Niemetschek, riferì che quella sera Mozart al pianoforte “affascinò ogni ascoltatore e si consacrò come il più grande pianista del suo tempo”.

Il primo movimento (allegro maestoso) si apre con gli archi che sussurrano il tema simile a una marcia che cresce costantemente e, dopo l’introduzione, il pianoforte entra con idee diverse dall’orchestra e con la quale pur cercando di fondersi, sembra da essa rimanere lontano. In nessun altro Concerto si registra una separazione così profonda tra i due…  tuttavia, mai come in questo ogni caso Mozart è riuscito a rendere il pianoforte un mezzo capace di esprimere il proprio pensiero in ugual misura dell’orchestra. Ma a rendere immortale il Concerto n.21 è l’Andante centrale delicatissimo che, richiamando atmosfere notturne ricche di silenzi, ricorda le opere di Chopin ancora da venire.

Nella seconda parte della serata, dal titolo “Sublime e travolgente”, Josep Vicent già direttore principale dell’Orquesta Sinfónica Islas Baleares e della Jeunesses Musicales World Orchestra, guida la Filarmonica nella Sinfonia n. 7 di Beethoven amatissimo capolavoro dai multiformi aspetti legati alla danza, ma anche al dramma, allo scherzo e alla tempesta. Alla danza, in particolare perché questa sinfonia è uno dei primi casi, fino al Novecento, in cui il motore compositivo dei quattro i movimenti è rappresentato da una cellula ritmica, ovviamente diversa, che prosegue immutata dall’inizio alla fine. Richard Wagner la definisce come “L’apoteosi della danza”.  È la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Beethoven nella sua opera ha portato nella musica il corpo attuando una fusione tra corpo e mente.”