Alla Giornata della memoria è dedicato il terzo appuntamento con I Concerti con la Gazzetta con il Quartetto La Toscanini

Domenica 26 gennaio ore 11, Casa della Musica

Se intendiamo la parola “fascismo” come sinonimo di totalitarismo”, spiega Maxim Šostakovič figlio di Dmitri “mio padre è stato una delle vittime del mostruoso regime totalitario”. Del dramma di questo musicista ne parla metaforicamente la musica inquietante, tenebrosa del Quartetto n. 8 in do minore op.110 di Dmitri Šostakovič. Ad eseguirlo, insieme a Langsamer Satz di Anton Webern, in apertura, è il Quartetto d’archi La Toscanini formato da Camilla Mazzanti e Sara Colombi violini, Ilaria Negrotti viola e Maria Cristina Mazza violoncello per la rassegna I Concerti con la Gazzetta promossa insieme al quotidiano cittadino e sponsorizzati da Assicoop Emilia Nord, Gruppo Unipol. L’appuntamento è per domenica 26 gennaio ore 11 alla Casa della Musica, sala dei concerti; la scelta in relazione al quartetto del compositore russo del quale quest’anno di ricordano i 50 anni dalla morte, si lega alla Giornata della memoria e il titolo del concerto “La musica che illumina le nostre vite” è un appello all’arte dei suoni che oltre a contribuire portare speranza e creare fruttuose connessioni.

Il brano di Webern “movimento lento”, dal sapore romanticamente brahmsiano, irradia per contro un’indicibile gioia: è l’euforia di un giovane appena innamorato. Webern aveva trascorso la Pentecoste facendo un’escursione con la cugina Wilhemine Mörtl che nel 1912 sarebbe diventata sua moglie.

A seguire, il capolavoro di Šostakovič composto nel 1960 mentre era in visita a Dresda; a caratterizzarlo una significativa dedica: “In ricordo delle vittime del fascismo e della guerra”. Tali parole si adattano bene alla gravità del quartetto, i cui stati d’animo riflettono varie tonalità di nero: un’angoscia sembra essere riflettere i suoi pensieri sulla visita alla città ancora in macerie essendo stata pesantemente bombardata durante la Seconda guerra mondiale. Ma il Quartetto presenta uno sfondo molto più personale, in quanto il compositore – che non era un sostenitore passivo del regime sovietico, ma una sorta di dissidente nascosto – in queste pagine esprime tutta la sua sofferenza personale. “Ho pensato che, se un giorno dovessi morire, difficilmente qualcuno scriverà un’opera dedicata alla mia memoria. Così ho deciso di scriverne una io stesso. Si potrebbe anche scrivere sulla copertina: “Dedicato alla memoria del compositore di questo quartetto”. Al concerto verrà distribuita gratuitamente la Gazzetta di Parma.