Il Quartetto La morte e la fanciulla, tra i massimi capolavori di Schubert, e il Quartetto n. 1 di Malipiero per il secondo appuntamento di Musica in Pilotta
Il Quartetto La morte e la fanciulla, tra i massimi capolavori di Schubert, insieme al Quartetto n. 1 Rispetti e Strambotti di Malipiero per il secondo appuntamento di Musica in Pilotta, frutto della collaborazione tra La Toscanini e il Complesso monumentale.
Domenica 20 ottobre 2024, ore 11 | Sala della Musica del Complesso monumentale della Pilotta
Il 2024, oltre a essere l’anniversario dei 200 anni della Sinfonia n. 9 di Beethoven, è anche il duecentenario del magnifico quanto inquietante Quartetto in re minore n. 14 La Morte e la fanciulla, tra i massimi capolavori di Franz Schubert. Lo esegue domenica 20 ottobre alle ore 11, nell’ambito di Musica in Pilotta, il Quartetto La Toscanini formato da Daniele Ruzza e Camilla Mazzanti violini, Behrang Rassekhi viola e Pietro Nappi violoncello.
Il programma del concerto, che si tiene nella Sala della Musica del Complesso monumentale, si apre con l’esecuzione del Quartetto n. 1 Rispetti e Strambotti di Gian Francesco Malipiero.
La rassegna, realizzata con il contributo della Camera di Commercio dell’Emilia, è frutto della collaborazione tra La Toscanini e il Complesso monumentale della Pilotta con lo scopo di abbinare opere d’arte, documenti e lettere attingendo all’immenso patrimonio presente in Biblioteca Palatina, Galleria Nazionale, Museo Archeologico e presso la Fondazione Museo Bodoniano.
Il programma del concerto è racchiuso dal titolo “Racconti di-versi” con l’ìntento di sottolineare la comune ispirazione letteraria. Infatti, il quartetto schubertiano La Morte e la fanciulla prende il nome dell’omonimo Lied citato nell’Andante con moto (secondo movimento) che si sviluppa con una serie di variazioni. Viceversa, l’allusione letteraria presente nel titolo del Quartetto n. 1 del compositore veneziano Malipiero – Rispetto “una sorta di ottava di carattere popolare” e Strambotto “una poesia contadinesca, da innamorati” – ha la funzione di creare una pura suggestione, un raffinato colore antico. L’autore stesso precisa che tali definizioni “non si possono prendere così alla lettera per un’opera musicale”. Ciò che colpisce nella struttura di questo originalissimo quartetto, datato 1920, è il rifiuto dei moduli formali classico-romantici: in primo luogo, l’articolazione in quattro movimenti, ed è per questo che esso si sviluppa come un continuum senza soste, tra brevi spunti cantabili e una arcaicizzante scrittura dialogante tra i quattro strumenti. “Le venti strofe che lo compongono – scrive l’Autore – sono legate fra loro da un tema che ha quasi l’apparenza di un ritornello ma che, soprattutto, tradisce la gioia di chi ama ascoltare le vibrazioni delle corde vuote e si inebria della loro sonorità”.
Il Quartetto di Schubert che segue il brano di Malipiero, sin dall’inizio, è caratterizzato da elementi musicali pietrosi e spietati, per nulla malleabili, che creano il dramma dell’individuo vulnerabile nelle grinfie del destino. Il Lied racconta della Morte che si avvicina a una giovane fanciulla, ma il trattamento di tale tema rivela nella musica la piena ambiguità dell’idea di morte, allo stesso tempo terrificante e consolorio; in ogni caso, la sua furia si scatena nella terza variazione, il cui ritmo presenta un tema ripetuto ossessivamente quattro volte più veloce.
A seguire lo Scherzo, ricco di accenti pungenti e ansiogeni, al contrario della conclusione che si presenta come un’oscura cavalcata notturna, implacabile che esplode in un Prestissimo; e tutto precipita a capofitto, senza pietà, verso gli ultimi accordi brutali del pezzo.
Prima del concerto, per Sonore Ispirazioni, Paola Cirani, direttrice della Biblioteca Palatina, presenterà il carteggio, presente nella biblioteca stessa, tra Gian Francesco Malipiero – peraltro docente del locale Conservatorio nel 1921 – e il compositore parmigiano Ildebrando Pizzetti, a testimonianza dell’amicizia che, per alcuni anni, ha legato fortemente i due musicisti.
QUARTETTO D’ARCHI LA TOSCANINI
Ispirata ai valori espressi dall’arte di Arturo Toscanini nel segno di rigore, talento e impegno, l’attività della Filarmonica Toscanini si caratterizza per la ricerca della qualità dei programmi dei migliori interpreti, della scoperta di giovani solisti e dalla commissione di nuove composizioni, all’interno di un repertorio che va dal classico al contemporaneo, dal grande sinfonismo agli ensembles da camera. Tra questi, il Quartetto d’archi è composto da musicisti che vantano un’importante carriera e collaborazioni con orchestre internazionali. È formato da Daniele Ruzza (primo violino) veneziano, con anni d’esperienza nel repertorio barocco (Vivaldi e Tartini), ma pure con la musica del ’900, a partire dallo stesso Malipiero. Con la Stravinskij Chamber Orchestra da lui fondata, effettua tournées in Italia, Brasile e Libano; Camilla Mazzanti (secondo violino) che, oltre a frequentare l’Accademia dell’Orchestra Mozart con Enrico Bronzi e Giuliano Carmignola, ha fatto parte dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Behrang Rassekhi studia alla Scuola di Musica di Fiesole con Piero Farulli e si perfeziona con Jürgen Kussmaul, Felix Schwartz e Wilfried Strehle. Viene selezionato per la European Union Youth Orchestra e, in qualità di prima viola, per la Gustav Mahler Jugendorchester. Figura centrale per la sua formazione e la carriera è stato Claudio Abbado, che lo ha selezionato per l’Orchestra Mozart. Pietro Nappi consegue il Diploma Accademico al Conservatorio “Verdi” di Milano con Marco Scano e si perfeziona con Mario Brunello, Franco Maggio Ormezowski, Michael Flaksman e Klaus Storck a Monaco di Baviera. Ha vinto i concorsi per violoncello di fila nell’Orchestra Sinfonica di Roma e per primo violoncello nell’Orchestra Sinfonica Siciliana e per la Filarmonica Toscanini.